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                      |  Inserito il - 23/01/2005 :  10:54:55         
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           	| questa e' la trama del film del Tribeca festival della fondazione prada:
 " ERA UNO SCRITTORE, PENSAVA DI RACCONTARE IL FUTURO,
 MA IN REALTA SCRIVEVA DEL PASSATO.
 NEL SUO ROMANZO, OGNI TANTO, UN TRENO PARTIVA PER
 "2046", UNA MISTERIOSA DESTINZIONE. CHIUNQUE PRENDESSE
 QUEL TRENO AVEVA UN SOLO DESIDERIO: RICONQUISTARE I
 RICORDI PERDUTI.
 SI DICEVA HE LA, A 2046, TUTTO FOSSE IMMUTABILE.
 MA ERA UNA PURA SUPPOSIZIONE: DA 2046 NON ERA MAI
 TORNATO NESSUNO.
 NESSUNO ECCETTO LUI.
 LUI CI ERA STATO ED AVEVA DECISO DI ANDARSENE PERCHE
 AVEVA SENTITO LA NECESSITA DI CAMBIARE".
 
 
 In questi ultimi tempi il tema del passato e del
 presente è ricorrente...
 il filme sembra voler dire che chi si rifugia nel
 passato non ne esce facilmente, non ne torna indietro, vi rimane tanto ancorato da  non cogliere le possibilità che gli si presentano: così come il
 protagonista si lascia sfuggire la prostituta che davvero lo amava;
 aiuta la donna di cui si è innamorato a lasciarlo, facendola a tornare dal
 fidanzato giapponese; lascia la giocatrice del  casinò dal guanto nero perchè in lei vedeva solo 1 donna del  suo passato che aveva il suo stesso nome.
 anche la giocatrice lo amava ma non riesce a seguirlo  perchè nn sa togliere via quel guanto nero che  rappresenta il passato...
 spesso al passato restiamo ancoratati col pensiero più che  con i fatti, nel senso che lo vediamo come qualcosa da  cui imparare per affrontare più consapevolmente il  futuro.
 mi chiedo  1 cosa:
 è davvero solo 1 zavorra che ti impedisce di essete
 felice e ti perseguita  o ti aiuta se lo sai affrontare o ci sai convivere sfruttandolo per  guardare al futuro?
 
 è strano...è vero che, come dice il film, "tutti i ricordi sono tracce di lacrime": se qualcosa ti ha davvero segnato spesso hai pianto per quella cosa...
 
 il protagonista alla fine resta solo, per il suo ancorarsi al passato, ma il film comincia e finisce con lui che dice "io sono il solo che è tornato dal luogo dei ricordi, dal luogo che imprigiona molte persone".
 io credo che il protagonista NON abbia perso delle occasioni di amare.
 lui ha vissuto, ha amato, ha dato e ricevuto da delle persone: ha vissuto semplicemente: questo è vivere, in fondo...
 cercare di continuare ad amare, fare delle scelte, SCEGLIERE di perdere qualcuno per ritrovare un  altra cosa in altre persone, e fare questo senza poter fare a meno, anche se lo neghiamo spesso a noi stessi, di fare delle scelte comunque razionalmente legate al passato.
 questo è la vita: una esistenza spesa a riuscire ad
 emegere dal passato, nel senso di proseguire verso il futuro,
 avendo le basi per affrontarlo.
 
 il protagonista è il solo che, nonostante tutto , è tornato da 2046.
 è solo, ma, in fondo, siamo tutti soli in questo viaggio.
 il problema non  essere soli, ma saper esserlo non senza i ricordi, che fanno ormai parte di noi, ma senza RIMPIANTI.
 RICORDI e RIMPIANTI, in verità sono 2 cose molto diverse...
 MARTA
 
 
 
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 martaminghi@yahoo.it
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