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mercoledì 30 luglio 2025 ore 22:37:28
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 IL sapore delle parole, il peso delle parole
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dval
Nuovo Utente



Regione: Sicilia
Prov.: Catania
Città: Catania - Milano


43 Messaggi

Inserito il - 10/06/2004 : 23:26:09  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di dval Invia a dval un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Prendo a prestito una frase del mio amico Laz a far da titolo a questo post, e a ruota libera e in poche parole vedo di spiegarmi.
Si parlava di Conrad, di come avesse deciso di scrivere non in polacco, nè in francese, lingua che padroneggiava, ma in inglese, tralascio il discorso sul come e il perchè, ma giungo al punto: l'abilità di scrivere dando alle parole il giusto peso, il giusto sapore dice Laz, condendole come un grande chef direi (perdonate la mia insistenza a parlar di cibo, ma ho fame!).Tutto ciò è però sotteso a uno scopo, non fine a se stesso, ma alla costruzione dei personaggi.
Prendiamo ora il Baricco di Oceano Mare, scrittore dotato di uno stile di scritttura inappuntabile, ma, i personaggi dove sono? La narrazione? Diverso il caso di Novecento, dove la leziosità viene meno per lasciare il posto a una maggiore sforzo di costruzione narrativa.
Salto da palo in frasca e passo a Giuseppe Pontiggia, La Grande Sera è un romanzo cotruito ottimamente e scritto in una lingua davvero piacevole, dove le parole hanno una sostanza, sostanza, ecco cosa non riesco a vedere in Oceano Mare.
Il Paradiso di Dante, teologia pura, ogni parola deve essere soppesata, controllata, rivista ed assaggiata, pena il cadere in eresie.
Tutto questo delirio confusionario solamente perchè sto cercando ultimamente di comprendere al meglio come usare il linguaggio che adopero. Sono eccessivamente asistematico perdonatemi!


Ho visto cose che voi umani non potete neppure immaginare. Navi in fiamme al largo dei bastioni di Orione.

BeccaBenny
Nuovo Utente


Regione: Italia
Città: Milano


34 Messaggi

Inserito il - 11/06/2004 : 08:16:35  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di BeccaBenny  Invia a BeccaBenny un messaggio AOL  Invia a BeccaBenny un messaggio ICQ  Invia a BeccaBenny un messaggio Yahoo! Invia a BeccaBenny un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ciao Dval.
Dunque, io ho sempre creduto che la letteratura sia un mondo molto particolare, nel quale più o meno qualsiasi cosa trova il suo spazio.
Saper giocare con le parole è in parte un'arte, in parte qualcosa di innato, ma ritengo che un buon uso della retorica sia raggiungibile per tutti, a patto che si facciano le letture giuste.
Pensa ai libri della Fallaci (ok, tiratemi pure le pietre!): Oriana Fallaci è uno dei miei modelli di scrittura perchè un suo brano, fossero anche solo 4 righe, ha una struttura, una ricercatezza stilistica, una voluta retorica che punta a sconvolgere il lettore, una completa "progettazione" al di là del testo, oltre il testo.
Spesso, come hai osservato, la forma ha più peso del contenuto sulla bilancia del successo. Che tristezza, eh? Duro, il mondo, agli occhi del letterato...
Tutto poi dipende da cosa devi scrivere, chi è il tuo destinatario, ma diciamo che le linee di fondo secondo me stan tutte in un buon uso della retorica. Un buon retore, un oratore capace, colpisce sempre nel segno .
In questo senso possono aiutarti le lettere classiche, gli autori greci e latini (e te lo dice una che ne è immersa fino al collo), i Grandi che delle parole ne avevano fatto un cavallo di battaglia.
Poi saper usare le parole, sapere che proprio UNA certa parola nel lettore provocherà quel brivido, una parola, una soltanto... beh, quella è sensibilità, e forse arte.



"La cultura è complessità"
Prof.ssa Medi Guerrera

"Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi."
(Il Gattopardo)

"Ma era tutta la vita ad essere colpevole, non questo o quel singolo fatto"
(Il Gattopardo)

Edited by - BeccaBenny on 11/06/2004 09:24:49
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cleope
Nuovo Utente


Regione: Egypt


9 Messaggi

Inserito il - 12/06/2004 : 20:04:01  Mostra Profilo Invia a cleope un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Non toccarmi Oceano Mare di Baricco!!
Hai ragione nel dire che ci sono "scrittori di cose" e "scrittori di parole", alcuni lo sono alternativamente, privilegiano a volte il peso delle parole, altre volte giocano con le allusioni, le sfumature, le suggestioni, i colori, non raccontano ma suggeriscono...
Credo che un vero scrittore debba saper fare tutte e due le cose, deve cercare di raccontare una storia in maniera tale che il lettore senta che non c'era nessun altra maniera di raccontarla, quella particolare storia. E' un piacere indescrivibile leggere un'opera che appre definitiva e perfetta come una pietra: niente che zoppica, niente in eccesso, niente che manca. La forma e il contenuto devono arricchirsi reciprocamente.
Altrimenti si ha aria fritta (leziosità, la chiami tu) o storie scritte coi piedi, sciatte, in cui alla fine non si riesce nemmeno ad apprezzare la trama.

P.S. su Oceano Mare: la sostanza c'è in questo romanzo (opinione personale, ovviamente, non sono una critica e comunque ognuno la pensa a modo suo). E' un romanzo rarefatto, hai ragione tu, ma non costruito solo sulle parole. E' pieno di allusioni, di emozioni... e poi i personaggi ci sono!! Chi secondo me si autocompiace delle parole ma non racconta, non costruisce ed è tremendamente stucchevole è D'Annunzio. Sarò un'eretica ma proprio non lo tollero!

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Ang
Nuovo Utente



20 Messaggi

Inserito il - 13/06/2004 : 17:14:37  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Ang Invia a Ang un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
tanto per battere lo stesso tasto, vi invito ancora a leggere rick moody perché:

1) è un autore contemporaneo, cosa questa sempre interessante ai mio modo di vedere la Faccenda

2) è un interessante esempio di scrittore tendente al virtuosismo ma clamorosamente aderente alle cose.

Rick Moody,
e sai cosa leggi !



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