Autore |
Discussione  |
|
hooverine
1° Livello

Regione: Italia
83 Messaggi |
Inserito il - 20/03/2004 : 15:49:39
|
ho comprato Invisible monsters, dietro consiglio di un amico. mi piace quando mi consigliano un libro che non conosco. e la mia contentezza aumenta quando scopro che posso comprarlo con il 30% di sconto (per una non lavoratrice indi non percepente - si può dire? - stipendio, i saldi in libreria sono un periodo di vacche grasse). ho iniziato a leggerlo, mi piace. eppure adesso è fermo sul comodino da qualche giorno. sono io che divento più sensibile, o forse questo libro, in realtà, non mi piace? mi è successo già un'altra volta con Le vergini suicide di Eugenides (mmm...inquietante...stessa collana editoriale...). ma forse avere paura di un libro è meglio che leggerlo e dimenticarlo subito dopo. forse voglio tenere il mio umore basso, e tengo lontane le cose che possono farlo alzare. mi rendo conto che come primo post in questo forum, non abbia detto granché, ma fa nulla. continuerò a coprire Invisible monsters con altri libri, e farò finta che non esista. odio quando succede.
|
|
Ang
Nuovo Utente
20 Messaggi |
Inserito il - 23/03/2004 : 00:07:04
|
bello palahniuk. bello bello bello.
|
 |
|
hooverine
1° Livello

Regione: Italia
83 Messaggi |
Inserito il - 25/03/2004 : 10:56:06
|
sono riuscita a terminarlo, complice il forzato allettamento. ecco cosa mi ha colpito più di tutto (sono le parole di brandy alexander):
"Non sono etero e non sono gay" dice. "non sono bisessuale. Voglio essere al di fuori delle etichette. Non voglio che tutta la mia vita sia compressa in un'unica parola. Una storia. Voglio trovare qualcos'altro, che non si possa conoscere, un posto che non sia sulla mappa. Una vera avventura".
ho avuto l'impressione che sia un romanzo sulla disperazione, e sul'aggrapparsi ai farmaci e agli spostamenti per fuggire dai ruoli. anche la confusione sessuale, i colpi di scena, il rapporto col corpo, e con le mutilazioni. è un romanzo centrifugo, di disaggregazione. anche se alla fine, i personaggi si coagulano attorno a brandy, e si scopre che si era parlato di lei, e degli altri, fin dall'inizio, sebbene di pensava fossero morti o chissacché. mi ha colpito, ma la sensazione che mi ha lasciato è proprio questa: disgregazione. come una mascella che si frantuma per un colpo di fucile. o come tanto ormoni impazziti che fanno piangere seth alla guida della lincoln town car.
Edited by - hooverine on 25/03/2004 10:56:54
Edited by - hooverine on 25/03/2004 11:10:32 |
 |
|
Ang
Nuovo Utente
20 Messaggi |
Inserito il - 29/03/2004 : 17:01:25
|
di palahniuk mi colpisce la sua capacità di scrivere trame scombinate e assurde, ricorrendo ad esempio a girandole di colpi di scena che altri romanzieri trasformerebbero in pure, ammorbanti panzane. invece il nostro riesce a colpirti allo stomaco, sempre. e si sta al suo gioco fino alla fine nonostante l'improbabilità esplicita dello stesso. qual è il suo segreto, mi chiedo? ma se avessi la risposta sarei bravo come lui, come minimo.
p.s. anche in survivor ci sono situazioni a dir poco sconclusionate, estreme, improbabili, eppure anche in quel romanzo il gioco riesce, pure troppo bene, non si tratta cioè di pura delibazione. questo disgraziato, con la sua scrittura fitta di luoghi comuni ipertrofici (come mandare in palestra "un giorno qui era tutta campagna"), riesce a descrivere l'infernuccio contemporaneo come pochi.
|
 |
|
utente non registrato
Nuovo Utente
-410 Messaggi |
Inserito il - 09/05/2004 : 22:59:41
|
Ho letto “The Virgin Suicides” di Eugenides su suggerimento di hooverine, la quale avvicina(va) il pathos e l’elemento sublime del romanzo alla “Rhyme” di Coleridge ed i “racconti” poeschi. Effettivamente la “fabula” ha in sé parecchi elementi agghiaccianti e sublimi di derivazione romantica - la donna fatale, la vergine pura, il suicidio ecc. Tuttavia, la narrazione “corale”, rievocata attraverso una ricostruzione condotta da una pluralità di narratori (punti di vista) unita ad uno svolgimento di stampo marcatamente poliziesco (sotto questo aspetto potrebbe far pensare ai “Delitti della Rue Morgue”, anche se qui “il mistero” non verrà risolto in modo chiaro e univoco), a mio parere allontana l’elemento del “transfert” e rende il romanzo piuttosto distante dal lettore e sostanzialmente legato ai modelli americani contemporanei (a livello “tecnico” e “contenutistico” ho pensato più volte a “Carrie” di King). A parte questa “divergenza” di opinioni, che implica ovviamente un discorso di sensibilità e “autoreferenzialità” alla fin fine soggettivo, coglierei l’occasione per sollevare un dibattito più ampio: può un libro “far paura” o essere in qualche modo “pericoloso”? E, in caso affermativo, il “pericolo” e “la paura”, vanno ricercati nel “nucleo” (o fabula-intereccio-plot che dir si voglia), come nel caso di Eugenides, o nel “satellite”, tanto per rifarmi ad una concezione jamesiana-conradiana e, più in generale, (proto)modernista? Io propenderei per la seconda ipotesi, almeno basandomi sulla mia esperienza personale: “To the Lighthouse” della Woolf, ad esempio, è stato uno dei pochissimi romanzi in grado di “spaventarmi”, ma non si tratta certo di un racconto dell’orrore... Tra i “pericolosi”, invece, metterei almeno il “Werther” di Goethe.
-------------------------------------------- Non si dormirà più, non si dormirà più.
W. Shakespeare
______ eros_garelli@hotmail.com |
 |
|
BeccaBenny
Nuovo Utente
Regione: Italia
Città: Milano
34 Messaggi |
Inserito il - 16/05/2004 : 22:35:20
|
bello palahniuk. ma per apprezzarlo, se il genere piace, biosgna cominciare con Fight Club. Senza fight club, l'intera visione dell'uomo dell'autore scade. E vale la pena, per capirlo ancora meglio, di aver letto "Il lupo della steppa" di Herman Hesse: se li si legge entrambi, magari uno dopo l'altro, si scoprono molte cose che una lettura superficiale non sa dare.
B
"La cultura è complessità" Prof.ssa Medi Guerrera |
 |
|
hooverine
1° Livello

Regione: Italia
83 Messaggi |
Inserito il - 17/05/2004 : 01:29:16
|
abbasso hesse. scusate, piccolo sfogo.
|
 |
|
Ang
Nuovo Utente
20 Messaggi |
Inserito il - 17/05/2004 : 17:23:14
|
giunto alla mia veneranda età mi permetto di dissentire, e mi spiace ma non ho alcuna intenzione di leggere il lupo della steppa per capire meglio palahniuk. con ciò, massimo rispetto per hesse, ma ho altri libri nel comodino e questi libri sono più urgenti, decisamente.
|
 |
|
BeccaBenny
Nuovo Utente
Regione: Italia
Città: Milano
34 Messaggi |
Inserito il - 17/05/2004 : 19:36:08
|
Pensa che a me Hesse invece, in particolare il lupo della steppa, è piaciuto molto. Ma per capire "il lupo della steppa", per poterlo amare, bisogna essere come Harry, sapere che qualche volta il lupo in noi (non in tutti) riemerge, ti si fa sentire dentro, vorrebbe uscire e distruggere - non solo tutto quanto è intorno - ma anche te stesso, nella strana consapevolezza di essere ma di sbagliare, di fare male a sè e agli altri, di soffrire perchè soffrono gli altri, perchè si fa soffrire gli altri. Saper convivere con un profondo disgusto per la volgarità, per la massificazione del nostro mondo, sapere di doversi mettere in gioco per creare qualcosa di meglio che vada oltre noi stessi (vi ricorda qualcosa? un tale filosofo tedesco che parlava di un certo superuomo?), sapere di dover lasciare urlare liberamente i propri istinti per poi rimetterli subito a tacere in un angolo. Può amarlo chi vive la terribile divisione tra caos e ordine, tra istinto e atteggiamento borghese... tra uomo e lupo, insomma. Per me Fight Club è inscindibilmente legato al lupo della steppa, ma non posso certo obbligarvi a leggere, o ad amare, i libri che ho amato io. Il verbo leggere, come il verbo amare, non accetta l'imperativo.
B
"La cultura è complessità" Prof.ssa Medi Guerrera |
 |
|
hooverine
1° Livello

Regione: Italia
83 Messaggi |
Inserito il - 18/05/2004 : 00:57:47
|
quote:
Il verbo leggere, come il verbo amare, non accetta l'imperativo.
quando in italia saranno leciti i matrimoni omosessuali, ti chiederò di sposarmi. questa frase è bellissima, davvero.
|
 |
|
Ang
Nuovo Utente
20 Messaggi |
Inserito il - 18/05/2004 : 15:53:48
|
bella mossa, Beccabenny. :-)
già che ci siamo, in tema palahniuk, dico, lo sapete che quando è uscita la prima edizione italiana -per i tipi della Edimar se non erro- di fight club, hanno stampato un testo della Pivano nel quale era contato per filo e per segno il romanzo come prefazione? ma no, ma dai... ma siamo pazzi... spero che nella nuova edizione mondadori la prefazione dia giustamente diventata postfazione, corbezzoli.
|
 |
|
BeccaBenny
Nuovo Utente
Regione: Italia
Città: Milano
34 Messaggi |
Inserito il - 18/05/2004 : 19:28:22
|
quote: quando in italia saranno leciti i matrimoni omosessuali, ti chiederò di sposarmi. questa frase è bellissima, davvero.
Vorrei poter accettare, ma mi dispiace deluderti... la frase è di Daniel Pennac, tradotto dalla mia traduttrice preferita Yasmina Melaouah, dal libro (piccola bibbia del lettore!) "Come un romanzo"... = )
"La cultura è complessità" Prof.ssa Medi Guerrera |
 |
|
hooverine
1° Livello

Regione: Italia
83 Messaggi |
Inserito il - 19/05/2004 : 04:15:56
|
quote:
quote: quando in italia saranno leciti i matrimoni omosessuali, ti chiederò di sposarmi. questa frase è bellissima, davvero.
Vorrei poter accettare, ma mi dispiace deluderti... la frase è di Daniel Pennac, tradotto dalla mia traduttrice preferita Yasmina Melaouah, dal libro (piccola bibbia del lettore!) "Come un romanzo"... = )
:O ti corteggerò comunque fino allo sfinimento! (cacchio, lo sapevo che quel libro lo dovevo comprare! cacchio cacchio cacchio!)
|
 |
|
BeccaBenny
Nuovo Utente
Regione: Italia
Città: Milano
34 Messaggi |
Inserito il - 19/05/2004 : 21:16:41
|
Accetto di farmi corteggiare, ma non accetto che tu non l'abbia comprato! Cosa aspetti?!? E' un economico feltrinelli, e vale 10 meridiani mondadori quanto a contenuti... = ) Aspetta, adesso faccio un topic che ti piacerà, allora.
B
"La cultura è complessità" Prof.ssa Medi Guerrera |
 |
|
ScheletroCheBalla
Nuovo Utente
Regione: Italia
Città: Milano
1 Messaggi |
Inserito il - 19/05/2004 : 21:33:09
|
Non ho letto Invisible monsters, non ancora almeno.Bè sinceramente Survivor non mi ha fatto impazzire ma Fight Club è uno dei libri che mi hanno cambiato la vita.Dietro quel libro c'è una filosofia ben precisa, dietro quel libro sta tutta la genialità di Palahniuk.Attraverso la distruzione di sè stessi e della società, delle proprie paure, delle proprie debolezze, dei propri affetti si arriva a toccare il fondo.E allora non abbiamo più paura della morte, non abbiamo paura di nulla e non abbiamo legami, possiamo ripartire da zero, ricostruire noi stessi come abbiamo davvero sempre voluto.Personalmente sono rimasto folgorato da quel libro. In quanto a Hesse, bè Il Lupo Della Steppa è un altro dei libri che hanno cambiato la mia vita.Ma per capirlo a fondo bisogna aver sentito almeno una volta il lupo che ti dilania le carni per uscire, bisogna aver sentito la carne che si stacca dalle ossa per il dolore di non sapere vivere, bisogna aver provato la disperazione di distruggere tutto ciò che si tocca.Per amarlo bisogna essere "lupi". Non so quanto Palahniuk e Hesse siano collegati, in Fight Club l'autodistruzione avviene coscientemente, è una scelta, nel lupo della steppa è qualcosa di "innato" nel personaggio, è un'istinto irrazionale, il lupo appunto. A mio parere sono entrambi libri che bisogna almeno provare a leggere, sono libri capaci di catturarti e non farti più uscire dal loro mondo
Quanto sai di te stesso se non ti sei mai battuto?[Fight Club] |
 |
|
|
Discussione  |
|
|
|