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                      |  Inserito il - 22/12/2004 :  15:25:57         
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           	| In un albergo nel quale si svolge un congresso medico, due adolescenti seguono un corso di scoperta della propria vocazione. Imparano il rosario e i baci, la rinuncia e il desiderio e una delle due –l’innocente e conturbante Amalia, la niňa santa  del titolo- trova la propria strada spirituale nel «farsi contare le vertebre della schiena» (come dice De André dell’incontro fra Gabriele e Maria di Nazareth) da uno dei medici. 
 Il film di Lucrecia Martel, ispirato in parte a Buňuel e di gran lunga migliore delle opere di Almodovar, è girato con una tecnica per frammenti in cui ogni inquadratura cerca di estrarre ed esprimere l’anima dei personaggi attraverso l'esplorazione ravvicinata del loro corpo. Ed è molto bello perché coniuga erotismo e fede, cattolicesimo e sensualità, in una tensione fisica e mistica che si placa di colpo nella spiazzante e liquida scena finale.
 
 agb
 Sono figlio della Terra e del Cielo stellato
 (Lamina orfica di Hipponion)
 
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