...::: IL REZZONICO-CYBERSOFIA :::...

...::: IL REZZONICO-CYBERSOFIA :::...
[ Home | Registrati | Discussioni Attive | Discussioni Recenti | Segnalibro | Msg privati | Sondaggi Attivi | Utenti | Download | Cerca | FAQ ]
Nome Utente:
Password:
Salva Password
Password Dimenticata?

sabato 27 luglio 2024 ore 08:40:57
 Tutti i Forum
 Cybersofia
 Libri
 Vita di Galileo
 Nuova Discussione  Nuovo Sondaggio Nuovo Sondaggio
 Rispondi
 Versione Stampabile Bookmark this Topic Aggiungi Segnalibro
I seguenti utenti stanno leggendo questo Forum Qui c'è:
Autore Discussione Precedente Discussione Discussione Successiva  

Biuso
Amministratore

Città: Catania/Milano


2900 Messaggi

Inserito il - 04/11/2007 : 12:35:22  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Biuso Invia a Biuso un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Teatro Strehler - Milano
Vita di Galileo
di Bertolt Brecht
Traduzione di Emilio Castellani
Regia di Antonio Calenda
Con Franco Branciaroli, Giulia Beraldo, Lucia Ragni, Alessandro Albertin, Giorgio Lanza, Tommaso Cardarelli, Lello Abbate, Jacopo Venturiero
Teatro Stabile del Friuli-Venezia-Giulia, Teatro degli Incamminati





Il teatro didascalico di Brecht ha in Vita di Galileo una delle sue espressioni più chiare. Quadri non troppo lunghi, introdotti dalla notizia della data e del luogo; spiegazioni semplici ma corrette delle principali tesi scientifiche; netta delineazione dei personaggi e delle loro posizioni; una premessa di carattere morale e le battute conclusive rivolte agli scienziati di ogni tempo sul senso e sulla funzione delle loro ricerche.

In questo schema abbastanza rigido, Brecht riesce sempre però a infondere la complessità delle società e delle relazioni umane, riesce a spaziare tra l’ironia e la tragedia. Qui il confronto serrato tra la fiducia galileiana nella razionalità presente in ogni uomo –in quel «buon senso» che secondo Descartes sarebbe «la cosa meglio distribuita al mondo»- e il pessimismo antropologico delle gerarchie ecclesiastiche si rovescia nell’antropocentrismo di chi difende il valore assoluto della Terra e dei suoi abitanti e di chi invece scorge l’infinità senza centro dell’Universo.

Perché Galileo abiura? Questa domanda percorre tutta le seconda parte del testo e le risposte sono assai diverse tra di loro…In ogni caso, Calenda e Branciaroli preferiscono marcare i tratti più quotidiani, carnali, ironici dello scienziato pisano, costruendo uno spettacolo piacevole da seguire e pieno di energia. Quando il protagonista afferma –con amaro sarcasmo- che «non tutte le Nazioni hanno la fortuna di essere protette dalla Chiesa», il pubblico ha applaudito. Buon segno. Eccessivo, invece, l’apparire del fungo atomico subito dopo la battuta conclusiva del testo. Non perché un legame tra la scienza galileiana e quel fungo non ci sia ma perché presentato in questo modo rischia di diventare un troppo banale rapporto di causa-effetto.


agb
««…e questo rimbalzo della nostra stessa tenerezza noi lo chiamiamo i sentimenti dell’altro, lo troviamo tanto più dolce di quanto fosse all’andata, perché non sappiamo che proviene da noi»
(Proust)
  Discussione Precedente Discussione Discussione Successiva  
 Nuova Discussione  Nuovo Sondaggio Nuovo Sondaggio
 Rispondi
 Versione Stampabile Bookmark this Topic Aggiungi Segnalibro
Vai a:
...::: IL REZZONICO-CYBERSOFIA :::... © 2004-2021 A.G.Biuso Torna all'inizio della Pagina
Questa pagina è stata generata in 0,09 secondi Herniasurgery.it | SuperDeeJay.Net | Snitz Forums 2000