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 Fahrenheit 451

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Biuso Inserito il - 03/02/2008 : 09:20:46
Teatro Strehler - Milano
FAHRENHEIT 451
di Ray Bradbury
Versione teatrale tradotta da Monica Capuani e Daniele D’Angelo
Con: Fausto Russo Alesi, Alessandro Benvenuti, Elisabetta Pozzi, Melania Giglio, Maria Grazia Mandruzzato
Produzione: Teatro Stabile di Torino, Piccolo Teatro di Milano, Teatro di Roma,
Teatro Biondo Stabile di Palermo.
Regia di Luca Ronconi
Fino al 10 febbraio 2008





Il romanzo di Bradbury è del 1953, la versione teatrale del 1979. Nel mezzo il film che ne trasse François Truffaut (1966). Il libro come oggetto proibito, clandestino, criminale, contrapposto ai video pervasivi ed enormi sulle pareti di ogni casa fu un’intuizione assai profonda del filo del futuro già contenuto nel gomitolo del presente. La parola conserva e manifesta i pensieri, l’immagine –quando diventa esclusiva e dominante- ottunde le menti.

E proprio su tale conflitto Luca Ronconi incentra il suo progetto Fahrenheit. Riempiendo lo sfondo del palcoscenico di filmati tanto banali quanto inquietanti e al centro facendo bruciare libri con dei veri, enormi falò. La dimensione epica e visionaria che è una delle cifre di questo regista decide stavolta di attenersi al tempo in cui il testo venne scritto. I mobili, gli ingombranti montacarichi che li portano di qua e di là, le lamiere e l’acciaio delle scene, gli abiti, il robot Baskerville 9 che stana i libri e i loro lettori, sono tutti “anni Cinquanta”. Ne risulta una forma espressiva decisamente macchinica e retrò, lontanissima dal futuro (e dal presente) digitale. A suggerire, forse, che il pericolo e la distopia non stanno davanti a noi ma dietro e dentro.

Il protagonista non è qui il vigile del fuoco Montag ma il suo capo Beatty (un Alessandro Benvenuti in grande forma), un uomo che amava i libri, che ne ha collezionati migliaia nella propria casa ma non li legge più da decenni. E che alla fine però, dopo aver dato al robot Baskerville l’ordine di ucciderlo, si concede finalmente e per l’ultima volta il piacere immenso della pagina scritta e dei mondi che essa spalanca. Perché un mondo senza libri è anche e soprattutto un mondo claustrofobico.


agb
«Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi» (Mt., 7,6)

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