V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Clizia |
Inserito il - 30/05/2004 : 07:55:21 Tempo fa, avevo pubblicato sul forum studenti del rez questo estratto (a mio modesto avviso gustosissimo! )da "Gli scrittori inutili". Forse l'astinenza da Festivaletteratura inizia a farsi sentire, per cui ve lo riporto: buona lettura!
L’ira è la miglior consigliera. Perciò abbandonati appena tu puoi all’ira. Quando qualcuno ti taglia la strada e ti chiede scusa, tu non ammansirti. Lui ti chiede scusa e tu intanto prendi da terra una selce e gliela tiri. Gliela tiri sopra la bocca che si è scusata. “Ahi, ahi – quello si mette a gridare -, ti supplico, non mi percuotere”. Tu allora gettalo a terra e calpestalo, e digli: “L’ira mi ha preso, non so cosa farci”, perché l’ira è come un vento maestrale e tu sei la sua vela. Adìrati contro il mondo quando ti fa resistenza. Inciampi in un gradino? E tu allora prendi il martello pneumatico e lo sgretoli, lo frantumi; e poi frantumi anche gli altri gradini vicini che son stati zitti a guardare; frantumali tutti fino a fare della scala una discesa uniforme. E se è la scala di casa tua, godi ogni giorno di averla resa così. Chè l’ira è colei che appiana le differenze. E se vedi tre individui per strada di cui uno è più alto, adìrati contro costui che vuole distinguersi e va in giro come un monsignore insieme a due preti, e soprattutto adìrati contro i due preti che vanno insieme al più alto e sembrano chini. Grida contro costoro e insultali per il fatto che vanno per strada e sono dispari, e due più bassi minacciali, poi tiragli il collo finché non sono cresciuti. Ma l’alto, il più alto, accusalo di disturbare la vista, ingobbiscilo, perché la statura quando è troppa agita i nervi, e se non lo ingobbisci subito, se non ti sfoghi, se non lo equipari alla media, poi torna in mente di notte, quando non lo hai più sottomano, e allora ti adiri inutilmente nel sonno e rivedi la sua testa allampanata che sporge sopra il livello degli altri due suoi colleghi e continuerà sempre a sporgere se qualcuno non pensa a renderla uguale. Ma se per caso ti si avvicinano in tre della stessa statura e ti guardano come per dire “misuraci!”, tu monta allora su tutte le furie, non lasciarli andare via in pace come non avessi notato la loro infingardaggine, la loro esistenza poltrona, melliflua, e se son tre studenti, bocciali, anche se non sei il professore, fa’ piangere le loro famiglie; e se sono per caso tre professori, acchiappane uno e fagli bere l’inchiostro finché non si è differenziato; poi fallo bere agli altri due che sono rimasti appaiati a guardare, finché uno non pianga e l’altro rida. “Bevete, bevete ancora, se siete dei professori”, che solo a sentire questa parola, “siamo dei professori”, io mi ribello, io li demolisco; ma anche altre parole a sentirle, che so? “previsioni del tempo”, subito io non ci bado, resto calmo, perciò esse passano piano piano una prima volta e cercano di andarsene via; poi però m’incomincio a innervosire quando me le ridicono: “previsioni del tempo”. Previsioni di cosa? io dico. E mi viene l’ira. Hai capito? Non la reprimo, io, l’ira? A chi previsioni? E brucio dentro, tremo tutto di stizza perché sono parole e le vorrei sgretolare, ma loro veleggiano come dei palloncini pieni di elio. Ma chi sono costoro per prevedere? chè non si prevede neanche un brufolo. E poi cos’è questa pompa magna? “Previsioni del tempo!” Sì, il martello pneumatico! Il tempo se tu lo prevedi, fa al contrario, perché non sopporta neanche che tu lo nomini. Quindi adìrati, è giusto. Si adirava anche Dio Onnipotente, ché il mondo l’aveva fatto lui, però non gli è andato mai bene, e la spiegazione dunque e che l’ha fatto per adirarsi, altrimenti lo faceva in equilibrio perfetto, o non faceva niente e sarebbe rimasto calmo nell’eternità, come era stato calmo fino ad allora. Dio Onnipotente ad un certo punto è esploso, circa quindici miliardi di anni fa; ecco l’universo, e non smetterà di esplodere finché Egli non l’avrà tutto distrutto. Tu prendi esempio, ché l’ira non è un vizio, ma la sola virtù fondamentale. E quando anche tu stai per esplodere e ti treman le vene e sei compresso in un punto geometrico di densità tale che non valgono le leggi della termodinamica, quando l’ira ti urge e basta una fluttuazione quantistica per innescarti, non posticipare, non tergiversare, corri a scrivere, corri al tavolo a scrivere, ché allora sarai Dio Onnipotente, e le parole si gonfieranno nello spazio, prenderanno esistenza distinta e poi si espanderanno foglio su foglio in un’opera immensa; finché anche l’ira si esaurirà, purtroppo, e sarà di nuovo dispersa in un gas rarefatto di sillabe sempre più deboli e inefficaci, e tu tornerai al silenzio, alla calma senza tempo, e al quasi nulla che sulla scala di Kelvin è pressoché lo zero assoluto.
Ermanno Cavazzoni, "Gli scrittori inutili" (pag.151-153)
«Si comportava da idiota sperando di avere un biografo come Dostoevskij.» ("Mirabiblia" docet) |
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alice |
Inserito il - 31/05/2004 : 01:07:43 Con la faccia sotto le scarpe, considerando che il suddetto libro, datomi per il bookcrossing, è ancora in mano mia da quasi un anno , concordo con il giudizio dato da Clizia: Cavazzoni ha un senso dell' ironia davvero eccezionale, l' ho divorato più volte durante quest' anno e con mio grande piacere ho scoperto che proprio le due lezioni che preferisco -quella d' ira e quella d' invidia- si possono trovare on line, lette dallo stesso Cavazzoni, in questo sito. Date un' occhiata, sono davvero gradevolissime!
L' essenza della Bruttura si trova nella faccia della gente. |
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