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 Vento e passato in "Ossi di seppia"

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Cateno Inserito il - 01/04/2004 : 10:40:26
"Godi se il vento nel pomario/ vi rimena l'ondata della vita:/ qui dove affonda un morto/ viluppo di memorie/ orto non era, ma reliquiario."
Così comincia la raccolta montaliana. Con un vento, quel vento che sempre è stato associato al cambiamento anche radicale (due esempi pratici: Mary Poppins e Guccini in "Scirocco"), quel vento che è il cambiamento che solo rende possibile il futuro. E con quel MORTO viluppo di memorie; ciò che ci uccide è il ricordo, potrebbe dire qualcuno. Molta parte di "Ossi di seppia" è tesa in questo conflitto: tra ciò che è stato e ciò che potrebbe essere, tensione del tutto umana, tensione giornaliera di noi povere e meravigliose autocoscienze del grumo di tempo fattosi carne. Il vento; il vento! "Il vento che nasce e muore/ nell'ora che lenta s'annera/ suonasse te pure stasera/ scordato strumento,/ cuore." E poi: "La raffica che t'incollò la veste/ e ti modulò rapida a sua imagine/ com'è tornata, te lontana, a queste/ pietre che sporge il monte alla voragine" Il vento che cambia (in tutti i sensi), come può tornare, come può riportarmi al passato, come può ritrovare altro da sè, il passato? Ma, continuo, il genio Montale, "ahimè, non mai due volte configura/ il tempo in egual modo i grani! E scampo/ n'è: ché se accada, insieme alla natura/ la nostra fiaba brucerà in un lampo." Ecco svelato il trucco: se potesse accadere uno stesso avvenimento anche solo due volte, bruceremmo, la vita non sarebbe più possibile perchè, probabilmente, la vita è un indistinto amorfo fluire (in "Satura" Montale scriverà: "I grandi fiumi sono l'immagine del tempo,/ crudele e impersonale. Osservati da un ponte/ dichiarano la loro nullità inesorabile."). Ma continuiamo. Ancora coi venti: "O rabido ventare di scirocco [...] Ore perplesse, brividi/ d'una vita che fugge/ come acqua tra le dita;/ inafferrati eventi,/ luci-ombre commovimenti/ delle cose malferme della terra."
Mi sono soffermato su questo, senza pretendere d'essere esauriente, un po' perchè il prof. Biuso sottolinea spesso l'importanza e la centralità del tempo per comprendere cosa sia la mente, un po' perchè, ahimè, il tempo o, meglio, quella particolare condizione che ci rappresentiamo del tempo, cioè il passato, è una vera e propria ossesione! Passo giornate intere a leggere "Le ricordanze" del contino più bello del mondo! Una volta scrissi questi versi:
"Dolce è l’aprile quando tutti i bei
ricordi, come i nuovi fiori freschi,
sbocciano. Dolce l’immergersi nei

ricordi, teneri fiori di peschi,
che emanano profumi artificiosi
come contesti in languidi arabeschi.

Lui si avvicina a passi silenziosi
e ascolta lei, che parla e parla e ride,
molle e incurante, in gesti voluttuosi.

La sua risata è la realtà che stride
contro un passato sempre più lontano
che dal suo canto affascinando arride.
[..]
Quanti sospiri, quanti nomi detti
al vento! Al tempo che eterno trapassa
tutto e per sempre, quanti cari affetti

per sempre abbandonati! Triste abbassa
a terra gli occhi. Vede foglie al vento
che passa come questa vita passa."

Eh già! Come Baudelaire posso esclamare: "J'ai plus de souvenirs qui si j'avais mille ans!"
Mah! Non mi resta che riportare, per chiudere il cerchio, ancora da Ossi di seppia: "Forse un mattino andando in un'aria di vetro,/ arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:/ il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro/ di me, con un terrore d'ubriaco.// Poi come s'uno schermo s'accamperanno di gitto/ alberi case colli per l'inganno consueto./ Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto/ tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto."

4   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
Biuso Inserito il - 07/04/2004 : 11:49:57
quote:

caro prof. ma mi spiega "la sua finta prosa" ,ho visto una mostra e devo dire che e' almeno interessante.



Ho inteso dire che mentre in altri poeti i ritmi, il lessico, il sillabare sono tesi a una evidente musicalità, i versi di Montale sembrano invece più prosaici ma sono anch'essi intrisi di una musica non meno profonda anche se forse più nascosta. Tutto qui.

Non ho invece ben capito la questione della mostra: una rassegna su Montale? o che cos'altro?

agb
È una vela la mia mente, prua verso l'altra gente, vento, magica corrente... (Battisti-Mogol)
JETBLACK Inserito il - 07/04/2004 : 11:32:51
caro prof. ma mi spiega "la sua finta prosa" ,ho visto una mostra e devo dire che e' almeno interessante.

SPIKE
utente non registrato Inserito il - 06/04/2004 : 11:19:07
UN'ALTRA NOTTE

In quest'oscuro
colle mani
gelate
distinguo
il mio viso

Mi vedo
abbandonato nell'infinito

(Vallone il 20 aprile 1917)
-------

GIUGNO

Quando
mi morirà
questa notte
e come un altro
potrò guardarla
e mi addormenterò
al fruscio
delle onde
che finiscono
di avvoltolarsi
alla cinta di gagge
della mia casa

Quando mi risveglierò
nel tuo corpo
che si modula
come la voce dell'usignolo

Si estenua
come il colore
rilucente
del grano maturo

Nella trasparenza
dell'acqua
l'oro velino
della tua pelle
si brinerà di moro

Librata
dalle lastre
squillanti
dell'aria sarai
come una
pantera

Ai tagli
mobili
dell'ombra
ti sfoglierai

Ruggendo
muta in
quella polvere
mi soffocherai

Poi
socchiuderai le palpebre

Vedremo il nostro amore reclinarsi
come sera

Poi vedrò
rasserenato
nell'orizzonte di bitume
delle tue iridi morbide
le pupille

Ora
il sereno è chiuso
come
a quest'ora
nel mio paese d'Africa
i gelsumini

Ho perso il sonno

Oscillo
al canto d'una strada
come una lucciola

Mi morirà
questa notte?

(Campolongo il 5 luglio 1917)
-------
...........
la bellezza dei versi di Ungaretti si commenta da sè!
Eva

______
eva.laguidara@katamail.com
Biuso Inserito il - 05/04/2004 : 20:55:36
Sì, Montale canta con la sua inimitabile finta prosa. Ma c'è un poeta del Novecento italiano che è il più grande perché il suo canto è pura musica della memoria e del presente: Ungaretti.

Solo qualche verso, fra i suoi splendidi (e forse fra i meno conosciuti)

Agonia
Morire come le allodole assetate
sul miraggio

O come la quaglia
passato il mare
nei primi cespugli
perché di volare
non ha più voglia

Ma non vivere di lamento
come un cardellino accecato

[Ecco, è anche così che vorrei vivere e morire]
-------------------------

Commiato
Gentile
Ettore Serra
poesia
è il mondo l'umanità
la propria vita
fioriti dalla parola
la limpida meraviglia
di un delirante fermento

Quando trovo
in questo mio silenzio
una parola
scavata è nella mia vita
come un abisso

[Questo, infatti, è la poesia, da sempre e per sempre]

Giunone
Tonda quel tanto che mi dà tormento,
La tua coscia distacca di sull'altra...

Dilati la tua furia un'acre notte!

[Magnifico inno all'eros! E infine, per ora, una lirica del 1925 (da "Sentimento del tempo") che a me è sempre parsa stupefacente per il suo enigma, per la sua pura musica]

L'isola
A una proda ove sera era perenne
Di anziane selve assorte, scese,
E s'inoltrò
E lo richiamò rumore di penne
Ch'erasi sciolto dallo stridulo
Batticuore dell'acqua torrida,
E una larva (languiva
E rifioriva) vide;
Ritornato a salire vide
Ch'era una ninfa e dormiva
Ritta abbracciata a un olmo.

In sé da simulacro a fiamma vera
Errando, giunse a un prato ove
L'ombra degli occhi s'addensava
Delle vergini come
Sera appiè degli ulivi;
Distillavano i rami
Una pioggia pigra di dardi,
Qua pecore s'erano appisolate
Sotto il liscio tepore,
Altre brucavano
La coltre luminosa;
Le mani del pastore erano un vetro
Levigato da fioca febbre.

agb
La filosofia è la musica più grande. (Platone)

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