| V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
| Biuso |
Inserito il - 15/09/2004 : 12:42:04
Sul numero 10 del Giornale della Filosofia. Rivista sperimentale di ricerca filosofica è stato pubblicato un mio saggio dal titolo Platone e Nietzsche: due atleti.
Prendendo spunto da alcuni testi di filosofia politica di Peter Sloterdijk, ho cercato di delineare gli elementi che accomunano Nietzsche e Platone, nonostante la distanza di fondo che li separa. Ne riporto alcuni brani:
«La politica come espressione prima di tutto antropologica è intessuta di distanza, di libertà, di interiorità, di dionisismo. Ciò che Nietzsche chiama pathos della distanza e gusto del gioco è una delle radici della grandezza greca. Chi -come Protagora- proclama l’eguaglianza degli uomini si pone totalmente al di fuori dell’ellenismo più profondo. È per questo -per la sua vicinanza ai pensatori greci arcaici- che Platone è così ostile verso l’illuminismo democratico. Una libertà politica senza confronto permise ai primi filosofi greci di affermare delle verità terribili, di porsi con alterigia verso il potere e verso il demos, e ciononostante di vivere ancora: “nessuna potenza terrena tollerò in seguito alcunché di simile” (Giorgio Colli, “La natura ama nascondersi”, Adelphi 1998, pag. 24)».
«La storia, in quanto vicenda dello sterminato numero di uomini che transitano nel tempo, non ha alcuna direzione né significato. L’atleta nietzscheano è colui che restituisce agli eventi il loro senso e la loro misura, in continuità profonda con il divenire necessario e insensato del mondo».
«Ricondotto al suo significato universale, Zarathustra è un simbolo eloquente del megalopate di Sloterdijk, “colui che, avendo afferrato una volta le cose grandi, non se le lascia più sfuggire”. L’oltreuomo-megalopate si mostra già ogni qualvolta il conformismo sociale e l’omologazione culturale vengono sostituiti dal coraggio di far uso della propria mente, dalla resistenza che sempre il pensiero rappresenta».
«L’identità dell’oltreuomo è quindi antica, affonda le sue radici nel progetto atletico-politico di Platone. Il nuovo ceto da Nietzsche auspicato è quello di uomini dai quali si possa trar consiglio, che illuminino l’enigma del mondo e del dolore senza vincolarsi a fedi religiose, a morali che pretendono di dirsi assolute, a progetti politici che in nome del Bene supremo scatenano la barbarie. Lontano dalla dismisura dell’utopia, l’oltreuomo è il filosofo divenuto spirito libero; il livello massimo cui un uomo possa giungere».
A chi fosse interessato a leggere l’intero testo, posso procurare delle fotocopie.
agb
...ma è il Desiderio il vero timoniere.
(Nonno di Panopoli) |
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| BeccaBenny |
Inserito il - 16/09/2004 : 08:33:49
Io, io lo vorrei.
Ma le mando un email, in merito.
Grazie
b
"La cultura è complessità"
Prof.ssa Medi Guerrera
"Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi."
(Il Gattopardo)
"Ma era tutta la vita ad essere colpevole, non questo o quel singolo fatto"
(Il Gattopardo) |
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