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 Il 17

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Biuso Inserito il - 20/03/2004 : 11:55:02
A Catania -e anche nella nostra Facoltà- le iniziative che partono dagli studenti sono numerose ma non sempre conosciute come meriterebbero. Una di esse è la casa editrice "Villaggio Maori", animata anche da studenti di Filosofia. Di recente ho letto un loro racconto che mi è sembrato davvero interessante. E' di Salvatore La Porta, illustrato da Eva La Guidara e si intitola "Il 17".

Un uomo racconta la sua vita, trascorsa fra vedove da impalmare ed eredità da godere, fra casinò e bordelli. Sembra un antico canovaccio, più volte recitato. E invece no. La Porta riesce a fare di questa trama un racconto intrigante, una metafora del desiderio, un parlare elegante e appassionato. I modelli alti ci sono, naturalmente, e uno viene persino citato in modo esplicito –Nabokov- per la passione finale verso «una diciassettenne acerba», portatrice di amore e di morte. Poi, credo, Borges per gli ambienti che appaiono realissimi e allo stesso tempo rimangono totalmente sognati. E, ancora, Consolo per la scrittura tessuta di un’intima, evidente poesia.
Fonti che l’Autore trasfigura in un racconto che è davvero l’anagramma di XVII, quel VIXI, «ho vissuto» che pulsa da ogni parola di quest’uomo che narra e che è una macchina del desiderio. Desiderio «perso in una notte adolescente, avvolto tra gambe diciassettenni, lenzuola d’albergo e promesse da vecchio pazzo». Vecchio? Un personaggio capace di vivere con tale smisurata misura ogni suo giorno, vecchio non è mai perché –come da se stesso riconosce- è «incapace d’invecchiare».

Si tratta, piuttosto, di una natura dionisiaca, di «un uomo ingordo, che ha vissuto, grazie al suo dio. Ma che ancora non si sazia della vita», sino alla fine ancora affamato. Sembra proprio di averlo conosciuto questo signore senza tempo e senza nome, di averlo incontrato fra un giro di roulette e una passeggiata sotto il sole in compagnia di una delle sue vedove.


agb
La filosofia è la musica più grande. (Platone)
10   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
utente non registrato Inserito il - 03/04/2004 : 11:59:04
Sicuramente ci sono stati tentativi per realizare un'utopia. Tu parli dell'ex unione sovietica..in realtà penso che nessuno dei totalitarismi sia degno si essere chiamato tale.Il comunismo era un'utopia, dicono in molti, ma il nazismo no, quello era sterminio pianificato.Premettendo che non sono d'accordo con nessuna delle due affermazioni secondo me mai nessuno potrà realizzare un'utopia del genere per tanti motivi. Primo perchè il mondo descritto in Utopia è un mondo pacifico...e un'utopia del genere non può esistere senza una forte opposizione di uomini liberi.Oggi chi acceterebbe di vivere in condizioni tali?Secondo me nessuno..E se un'utopia ci sarà sarà completamente diversa da Utopia perchè dopo gli eventi della storia passata abbiamo acquisito tante di quelle libertà e tanti diritti che nessuno accetterebbe di indietreggiare e far finta di niente..(almeno lo spero, spero che l'acquiscenza di oggi non raggiunga livelli così alti).Tornando al comunismo, si è vero in questo caso entra in scena un'utopia irrealizzabile, ma il finale è ugualmente drammatico e molto molto simile a quello del nazismo e non credo quindi che un'utopia valga a compiere certe scelleratezze.

______
galdriel1984@libero.it
Biuso Inserito il - 28/03/2004 : 20:23:48
Condivido molte delle vostre affermazioni perché è anche l’assolutizzazione dei valori che genera l’utopia. In suo nome e per suo conto la violenza si scatena senza più alcun freno. Nulla può opporsi alla speranza della Perfezione. Ogni sacrificio dell’oggi è benedetto in nome della gioia di domani. Gli epigoni secolari dei sacerdoti fanno della storia lo spazio dell’assoluto e in nome del Bene sono disposti a uccidere un numero sterminato di vittime. Ogni progetto rivoluzionario che sia riuscito a prendere il potere ha esasperato la violenza, conferendole una dimensione salvifica tesa ad annullare ogni possibile critica.

L’Utopia realizzata è il cimitero. E nessuno finora è riuscito a trasformare -nonostante le migliori intenzioni e i più tenaci strumenti- la infinitamente variegata molteplicità dell’umano nell’uniformità di un’immensa tomba.
La terribile forza dell’utopia potrebbe essere ben definita col titolo di un romanzo italiano in cui convivono inganno e fascino, mito e futuro, oppressione e miraggio: "Menzogna e sortilegio". L’utopia consiste di fatto in una fuga dall’io, dal peso del limite, per rifugiarsi in un sogno totalistico di fronte al quale tutto rimarrà sempre imperfetto per quanto si cerchi di migliorarlo. Il costo che ogni vera libertà comporta è certo assai alto e consiste anzitutto nel peso dell’incertezza, il contrario di ogni utopia.


agb
La filosofia è la musica più grande. (Platone)
alice Inserito il - 27/03/2004 : 22:38:04
In realtà io penso proprio che un' isola come utopia sia un incubo. Cinquanta città tutte completamente uguali, regolari, equidistanti,con case strutturate alla stessa maniera, abitanti che non possono vivere nella stessa abitazione per più di dieci anni e perciò sanno che non devono legarsi alla casa che li ospita. E poi la pianificazione tanto del lavoro quanto del tempo libero, dei pasti consumati in comune fugacemente nella mensa pubblica al dovere di vestire tutti allo stesso modo a secondo se si era liberi o sposati o fidanzati.
E' tutto preciso, calcolato, disciplinato, regolare. Mette una grande angoscia. Aprirei qui una bella questione circa questa omologazione, questa idea di equlibrio, di pianificazione. Che ve ne sembra? Si ottiene vera uguaglianza così, secondo voi?
Ma non sto dicendo affatto che il libro non mi piaccia! Lo sto divorando anche se mi sforzo di non leggerne più di 4 o 5 pagine al giorno. Non voglio fare overdose, ho la tendenza a farmi coinvolgere troppo, per me ci vogliono sempre piccole dosi di tutto, sennò son capace di sconvolgermi la vita, così sregolata come sono.
Mi ha fatto piacere conoscere il tuo punto di vista Gabriel, e vorrei chiederti: pensi che una città così sia davvero una cosa irrealizzabile o mai realizzata? Ovvero:non rimanda al modello ex sovietico? Perchè è in Russia che a me sembra di essere, quando leggo dell' isola a forma di mezzaluna.
Fatemi finire e aggiungerò dell' altro.
saluti
MISCHA

L' essenza della Bruttura si trova nella faccia della gente.
utente non registrato Inserito il - 27/03/2004 : 12:39:49
E scusa se probabilmente non avrò capito niente del pensiero di More e del messaggio che ha voluto lanciare, ma questo libro non mi ha permesso di andare al di là dell'evidenza..o probabilmente sono io che nn ho voluto vedere..

______
galdriel1984@libero.it
utente non registrato Inserito il - 27/03/2004 : 12:30:56
Ciao..ho letto Utopia la scorsa estate...cosa dire? E' molto difficile per me parlare di questo libro...non è semplice da interpretare.E' come una mela...lucida, rossa, bellissima, senza la minima increspatura..praticamente perfetta, proprio come è Utopia, ma è all'interno però che si mostra la sua vera natura..E' marcia!
Mi è stato difficile leggerlo fino alla fine perchè ad ogni pagina in più la mia insofferenza cresceva.Immergerti nella realtà di Utopia, immaginare di vivere insieme ai suoi abitanti fa quasi venire i brividi..
Sicuramente non ti avrò molto invogliata a continuare la tua lettura (spero di no), ma è quello che penso..Non scrivo spesso e forse si vede in queste poche righe.. beh per fortuna che questo mondo immaginato da More è solo un'utopia...almeno fin'ora..
Buona lettura:-)

______
galdriel1984@libero.it
alice Inserito il - 23/03/2004 : 19:11:56
quote:

Lo trovi alla libreria Bonaccorso, all'angolo tra via Etnea e via Vittorio Emanuele II.




Sissì, so benissimo dove si trova, lavoro a due passi da lì! Lo acquisterò in settimana e vi darò notizie appena lo leggo! Al momento sono immersa in "Utopia" di Thomas More. L' avete letto? Qualcuno ha commenti? Saprete i miei appena termino:).

L' essenza della Bruttura si trova nella faccia della gente.
dval Inserito il - 23/03/2004 : 09:12:27
Lo trovi alla libreria Bonaccorso, all'angolo tra via Etnea e via Vittorio Emanuele II.

utente non registrato Inserito il - 23/03/2004 : 09:01:58
Come acquistare le edizioni maori?

La Villaggio Maori Edizioni è operativa da pochissimo, e stiamo ancora costruendo il nostro catalogo (per aiutarci, mandate i vostri lavori...): tra qualche mese presenteremo i nostri autori nelle prime librerie di Catania e Siracusa, e speriamo di allargarci il più possibile in breve tempo; intanto potete trovare i "Quaderni" presso il caffè letterario "Biblios Cafè", via del Consiglio Reginale 11, a Siracusa e alla Libreria Bonaccorso, via Etnea 20/22, Catania.

A breve, inoltre, sarà possibile acquistare tramite internet, in tutta italia.
www.villaggiomaoriedizioni.it
redazione@villaggiomaoriedizioni.it


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redazione@villaggiomaoriedizioni.it
Ang Inserito il - 23/03/2004 : 00:06:04
anche io leggerò presto. l'autore è bravo. ;-)

alice Inserito il - 22/03/2004 : 03:39:23
E se volessi leggerlo? Devo dire che dopo questa prefazione mi è nata una vera curiosità...
Tutto ciò che è VIXI per me rappresenta cibo succulento. Sarà sempre ben gradito.

L' essenza della Bruttura si trova nella faccia della gente.

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